Allegoria del sacco di Roma
Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)
ALLEGORIA DEL SACCO DI ROMA
1529-1530 ca.
TAGLIERE
Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)
Diametro: 27,0 cm
Ubicazione sconosciuta
Iscrizioni:
Sul retro: “Dal fortunato Carlo Roma afflitta”.
Provenienza:
Collezione di Emma Budge • Berlino, collezione Kurt Bohnewand.
Bibliografia:
Von Falke 1942; Tervarent 1950; Catalogo della vendita, Lempertz, Colonia, 28 Marzo 1969, lotto n. 115; Cioci 1987; Triolo 1996; Vossilla 2002.
Commento dell’opera:
Si tratta in questo caso di un soggetto tratto dalla storia contemporanea, il sacco di Roma avvenuto nel 1527, episodio che tra le varie conseguenze ebbe anche l’assetto politico instaurato dal Congresso di Bologna, e l’assedio e poi la caduta della città di Firenze proprio nel 1530. Il 1530 si configura proprio come un anno cruciale, in quanto è proprio da questo momento che Xanto si firma per esteso, ma soprattutto è l’anno in cui è possibile affermare con certezza che il maestro si è stabilito ad Urbino, città in cui dipinse come prime opere proprio il servizio con le tre falci lunari argentee su fondo blu scuro. Lo sfondo è dominato quasi per intero da una costruzione architettonica, che appunto occupa i tre quarti da destra dello spazio. Sulla sinistra si vede una figura, dalla foga belluina, non totalmente umana, per la parte inferiore uomo ma con la testa ed il collo di rapace, e nello specifico si tratta di un’aquila nera imperiale; tale personaggio impugna la spada con la mano destra, che è già alzata pronta per infliggere il colpo alla donna che sta stesa per terra in primo piano sulla sinistra, la testa è fermata dalla mano sinistra dell’uomo dalla testa di aquila. Sulla destra, un fanciullo alato, sulle spalle un mantello, regge sopra la testa una sfera, mentre se ne sta andando via da quanto sta accadendo. In alto, dal cornicione dell’edificio pende lo stemma con le tre falci lunari argentee su fondo blu oltremarino.
Com’è usuale Xanto ha utilizzato due stampe come fonti iconografiche dalle quali trarre le figure qui dipinte: la donna ed il soldato sono ripresi dalla Strage degli Innocenti di Marco Dente di Baccio Bandinelli (Bartsch 26, p. 33, n. 21); mentre il putto alato è citato dall’incisione raffigurante un Bassorilievo con tre Cupidi di Marco Dente di Ravenna da Raffaello (Bartsch 26, p. 239, n. 242).