Anfiarao ed Erifile

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

ANFIARAO ED ERIFILE

1532

PIATTO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 25,9 cm

Washington, Corcoran Gallery of Art

Iscrizioni:
Sul retro si legge: “1532 / Quell’auara moglie / di Amphiarao / Nel VIIII L. de Ouidio Meth: / fra: Xanto A. Roui / giese, i Urbino / pi:”

Note:
Il piatto si presenta in buone condizioni conservative.

Provenienza:
Già nella collezione di Oscar Hainauer a Berlino • passato successivamente nella collezione C. Clark.

Bibliografia:
Bode 1897; Prentice von Erdberg 1955; Breckenridge 1955; Watson 1986; Triolo 1996.

Commento dell’opera:
La fonte letteraria per questa maiolica è quel testo particolarmente amato da Xanto che sono le Metamorfosi di Ovidio, in cui appunto nel Libro IX viene narrata la storia di Anfiarao, come del resto viene riportato nell’iscrizione posta sul retro del piatto stesso. La scena si svolge in un paesaggio collinare roccioso, in cui si apre una caverna nella quale si vede un anziano uomo, che va identificato appunto con Anfiarao. Sulla sinistra vi sono tre soldati, uno dei quali tiene in mano uno scettro e lo alza al cielo; dalla parte opposta, vista di spalle e avvolta in un lungo abito di color blu mentre tiene una collana, è mostrata Erifile, l’avara moglie di Anfiarao. Nella parte sommitale del piatto è rappresentato lo stemma con Ercole ed il leone Nemeo, stemma che purtroppo non è ancora stato identificato (e per il quale si rimanda alla Scheda n. 43).
Com’è usuale in Xanto, per creare la composizione il maestro ha fatto riferimento ad alcune celebri stampe: per la figura dell’anziano Anfiarao è stata utilizzata l’incisione con Isacco che benedice Giacobbe (Bartsch 26, p. 15, n. 6); Erifile invece è citazione dal Martirio di San Lorenzo (Bartsch 26, p. 135, n. 104); infine i soldati sono ripresi dalla Contesa tra le Muse e le Pieridi di Gian Giacomo Caraglio (Bartsch 28, p. 186, n. 53).

[C.G.]