Giudizio di Paride
Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)
GIUDIZIO DI PARIDE
1527-1530 ca.
COPPA
Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)
Diametro: 27,3 cm
Ubicazione sconosciuta
Iscrizioni:
Sul retro: “Sententia de Paris / y/Ø”
Note:
Il piatto si presenta in buone condizioni conservative.
Provenienza:
Appartenuto alla Collezione Sprovieri.
Esposizioni:
Milano 1988.
Bibliografia:
Wilson 1996.
Commento dell’opera:
Il soggetto è uno dei miti greci più popolari in età rinascimentale ed in questo piatto è raffigurata la storia del giudizio di Paride, figlio di Priamo e di Ecuba. La storia narra che mentre gli dei erano riuniti in occasione delle nozze di Teti e Peleo, Eris, la Discordia, lanciò un pomo d’oro in mezzo a loro, dicendo che doveva essere assegnato alla più bella delle tre dee tra Afrodite, Era e Atena, ma nessuno volle prendersi questa responsabilità,cosicché Zeus decise di portare le tre dee sull’ida e assegnare la decisione a Paride. Le tre dee, al cospetto di Paride, perorarono ognuna la propria causa: Era promise il comando di tutta l’Asia, Atena la saggezza e la vittoria in tutti i combattimenti ed infine Afrodite gli promise l’amore di Elena di Sparta; la decisione di Paride ricadde proprio su Afrodite. In questa maiolica dunque sono facilmente identificabili le tre dee con le tre fanciulle raffigurate nude, ed è distinguibile appunto Afrodite mentre riceve il pomo dorato da Paride, raffigurato sulla sinistra di profilo seduto su uno sperone di roccia coperto da un mantello. Ai piedi di Afrodite si nota Cupido che si aggrappa proprio alla gamba destra della dea.
Per la composizione Xanto ha fatto uso di una celebre incisione come fonte iconografica: il Giudizio di Paride di Marcantonio Raimondi da Raffaello (Bartsch 26, p. 242, n. 245).