I bambini del pianeta Venere

I bambini del pianeta Venere
I bambini del pianeta Venere

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

I BAMBINI DEL PIANETA VENERE

1542

PIATTO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 28 cm

Londra, Victoria and Albert Museum

Iscrizioni:
Sul retro, in blu scuro: “Omnia vinciti / Amor. / .1542.”

Provenienza:
Appartenuto alla collezione di Frédéric Spitzer • ereditato nel 1910 da George Salting.

I bambini del pianeta Venere - retro
I bambini del pianeta Venere – retro

Esposizioni:
Londra 2007, cat. 56.

Bibliografia:
Molinier 1892; Rackham 1913; Rackham 1940; Wilson e Sani 2006; Mallet 2007.

Commento dell’opera:
Questo piatto sembra essere l’ultimo decorato da Xanto, e lo stile ne dà la conferma, in quanto funge come unico elemento attributivo, dato che gli ultimi lavori del maestro non recano la firma ed inoltre l’iscrizione è riportata  con una grafia diversa e creata con un pennello più sottile di quello generalmente usato nei lavori precedenti.
In un paesaggio boschivo, lontano dalla città murata che si vede sullo sfondo, si vede un gruppo di musicisti in abiti contemporanei: la fanciulla a destra suona un liuto, l’uomo al centro con la barba bianca uno strumento a fiato, forse un flauto, mentre l’uomo sulla destra seduto di tre quarti suona un’arpa; ai due lati si vedono due coppie di giovani amanti, quelli sulla destra in piedi, quelli di sinistra seduti sull’erba.
L’intera composizione è desunta, tranne che per una coppia ai piedi dei suonatori, dalla xilografia del 1533 raffigurante Il Pianeta Venere di Gabriele Giolito De’ Ferrari di Venezia.
Interessante è considerare che questo piatto è stato recentemente (2006) messo in stretto confronto con la coppa commentata in Scheda n. 228, alla quale si rimanda.
Una riflessione riguarda necessariamente l’iscrizione, di derivazione virgiliana, in quanto è la medesima che si legge in un altro tondino conservato anch’esso al Victoria & Albert Museum, datato 1522, che viene considerato come il primo pezzo dipinto da Xanto.

[C.G.]