Ino e Atamante

Ino e Atamante
Ino e Atamante

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

INO E ATAMANTE

1528 ca.

COPPA

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 26,5 cm

Pesaro, Collezione Altomani et Co.

Iscrizioni:
Sul retro: “Di Ino … Atamate ifuri / ati. / fa…la y/Ø”

Esposizioni:
Urbino 1996, cat. 31.

Bibliografia:
Leonardi n. 31

Commento dell’opera:
Il mito di Ino e Atamante, derivato dalle Metamorfosi di Ovidio, è stato proposto da Xanto in altre occasioni in esemplari analizzati alle Schede n. 207, n. 389 e n. 390.
Anche l’impianto compositivo è pressoché il medesimo, in quanto i personaggi sono desunti dalle stampe che Francesco Avelli presumibilmente possedeva all’interno della bottega in cui lavorava, e in questo caso specifico si nota come Atamante sia riproposizione della figura sulla destra nella Strage degli Innocenti di Marco Dente di Ravenna da Baccio Bandinelli (Bartsch 26, p. 33, n. 21); il bambino è citato dal Parnaso di Marcantonio Raimondi da Raffaello (Bartsch 26, p. 244, n. 247); infine Ino è desunta dalla Contesa tra le Muse e le Pieridi di Gian Giacomo Caraglio da Rosso Fiorentino (Bartsch 28, p. 186, n. 53).

[C.G.]