La morte di Cleopatra
Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)
LA MORTE DI CLEOPATRA
1540
TONDINO
Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)
Diametro: 27 cm;
Columbus, Columbus Gallery of Fine Arts
Iscrizioni:
Sul retro: “1540 / viss Anton vivo e mori morto lui. / .X.”
Provenienza:
Dono di Ferdinand Howald.
Bibliografia:
Birk, 1969; Cole 1977.
Commento dell’opera:
Il soggetto è stato messo in scena da Xanto in diverse altre occasioni e in effetti si rimanda alle Schede n. 51, n. 171, n. 284, n. 296, n. 297 ma soprattutto alla Scheda n. 177 relativa al piatto di Lione, proprio per le strette affinità compositive.
È bene ricordare in questa sede le stampe utilizzate da Xanto come fonti iconografiche per creare i propri personaggi, in quanto Cleopatra stesa a letto con Cupido disperato che copre il proprio volto con la mani è desunto, in controparte, dalla Cleopatra di Agostino Veneziano da Raffaello (Bartsch 26, p. 104, n. 198), come pure l’amorino che si vede in primo piano è citato letteralmente dalla medesima incisione; l’ancella sulla destra che incede verso Cleopatra è tratta dalla fanciulla al centro della Contesa tra le Muse e le Pieridi di Gian Giacomo Caraglio da Rosso Fiorentino (Bartsch 28, p. 186, n. 53); infine il gruppo mostrato a sinistra è ripreso, in controparte, dal Martirio di Santa Cecilia di Marcantonio Raimondi da Raffaello (Bartsch 26, p.153, n.117).