La vergine Vestale viene sepolta viva

La vergine Vestale viene sepolta viva
La vergine Vestale viene sepolta viva

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

LA VERGINE VESTALE VIENE SEPOLTA VIVA

1534

PIATTO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 27,3 cm;

San Pietroburgo, The State Hermitage Museum

Iscrizioni:
Sul retro: “La Vergine vestal / Sotratta viva. / historiae Y”.

Note:
Il piatto presenta alcune screpolature sul bordo e sul fondo.

Provenienza:
Fa parte della collezione del museo dal 1859.

Esposizioni:
Faenza 2003, cat. 46.

Bibliografia:
Michajlova 1987; Ivanova 2003.

Commento dell’opera:
Xanto raffigura qui in primo piano una donna riversa al suolo mentre viene sepolta viva, coperta dalla terra; sulla destra appare un uomo barbuto e canuto visto di profilo e con un copricapo in testa di tipo orientaleggiante che sta indicando con la mano sinistra la povera vergine; mentre sulla sinistra, raffigurato di spalle e appoggiato ad una semicolonna addossata al muro, vi è un giovane personaggio maschile che tiene in mano la pala e piano piano copre di terra la giovane donna. In alto, al centro proprio in linea con la donna, vola Amore con in mano la faretra. Stando all’iscrizione posta sul retro, il soggetto di questo piatto verrebbe ad identificarsi con la sacerdotessa sepolta viva, ma guardando bene, l’istoriato ricorda ben altro, in quanto richiama alla memoria una storia narrata da Ovidio nelle sue celebri Metamorfosi, nello specifico nel Libro IV viene narrata la storia di Leucotea (chiamata anche Leucotoe) che anch’ella venne sepolta viva. Leucotea, figlia di Orcamo re degli Achemenidi, fu oggetto delle attenzioni da parte di Apollo, che l’avvicinò assumendo le sembianze della madre; ma Clizia, sorella di Leucotea e innamorata del dio Apollo, riferì l’accaduto al padre, il quale adiratosi ordinò che come punizione la figlia fosse sepolta viva.
In questa composizione si riscontrano diverse citazioni dalle stampe che circolavano all’epoca: la giovane vestale è ripresa da un’incisione di Marcantonio Raimondi da Giulio Romano; la figura del sacerdote sulla destra invece è ripresa dalla stampa di Marcantonio Raimondi da Raffaello illustrante Gesù in casa di Simone Fariseo (Bartsch 26, p. 37, n. 23).

[C.G.]