La visione di Alcmeone e il matricidio

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

LA VISIONE DI ALCMEONE E IL MATRICIDIO

1532

PIATTO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 25,7 cm

Collezione privata

Note:
Il piatto si presenta in buone condizioni conservative.

Provenienza:
Londra, Collezione Ralph Bernal • Narford Hall, collezione di Sir Andrew Fountaine IV • Londra, collezione di Octavius E. Coope • collezione Sir William Bennet • collezione di Thérèse Lownes Noble • Milano Mercato antiquario • collezione Cocchi (?).

Bibliografia:
Catalogo della vendita della collezione Ralph Bernal, 22 Marzo 1855, lotto n. 1976; Bohn 1857; Catalogo della vendita della collezione di Andrew Fountain, 16-18 Giugno 1884, lotto n. 311; Catalogo della vendita della collezione Octavius Coope, 3-5 Maggio 1910, lotto n. 36; Catalogo della vendita della collezione di William Bennet, 29-30 Aprile 1932, lotto n. 60; Ballardini 1933-1938; Ballardini Napolitani 1940; Catalogo della vendita della collezione di Thérèse Lownes Noble, 01 Novembre 1973, lotto n. 176;  Gardelli 1987; Moore 1988; Triolo 1988; Wilson 1993; Triolo 1996.

Commento dell’opera:
L’episodio qui raffigurato è tra i più tragici dell’intero testo delle Metamorfosi ovidiane. All’interno di un non meglio definito spazio, in cui comunque si riconosce un’ambientazione di un interno, Xanto ha risolto con grande abilità due sequenze narrative e il piatto va iconograficamente letto da sinistra a destra. Sulla sinistra è rappresentata la visione notturna di Alcmeone: il giovane, con ancora la corazza addosso, sta riposandosi sul suo letto a baldacchino, quando all’improvviso gli appare lo spettro del padre, dalla lunga barba bianca e avvolto in abbondanti panni, annunciandogli il tradimento di sua madre, alle loro spalle si intravede un tavolino sul quale è adagiato lo scudo di Alcmeone stesso. Sulla parte destra dello spazio invece è riconoscibile lo stesso Alcmeone con addosso la corazza e nelle mani lo scudo e la spada mentre è in atto di affrontare la propria madre, che gli sta seduta proprio di fronte, con la mano destra che va ad allontanare lo scudo del proprio figlio. Al centro in alto si vede lo stemma della famiglia Pucci sormontato da un ombrellino (si veda in proposito la Scheda n.1).
Per creare la propria composizione Xanto ha fatto uso di alcune stampe celebri al suo tempo, in particolar modo la figura di Anfiarao è tratta dal Martirio di San Matteo di Marcantonio Raimondi da Baccio Bandinelli;  Alcmeone sdraiato è ripreso dai Modi di Marcantonio Raimondi da Giulio Romano, mentre la figura di Alcmeone che combatte sulla destra è citato dal Rapimento di Elena di Marcantonio Raimondi da Raffaello (Bartsch 26, p. 208, n. 209) ed infine Erifile è mutuata dal Parnaso di Marcantonio Raimondi da Raffaello (Bartsch 26, p. 244, n. 247).

[C.G.]