Marte, Venere e Cupido

Marte, Venere e Cupido
Marte, Venere e Cupido

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

MARTE, VENERE E CUPIDO

1532

PIATTO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 26,2 cm

Londra, British Museum

Iscrizioni:
Il retro è decorato con ornamenti a motivi fogliacei  in lustro dorati e all’interno del piede in blu vi è l’iscrizione: “.1532. / Marte tornato i  Ciel, / Vener contemple. / Nel. XXV canto dil Rovere / vittorioso, di F.X.A.R. pittor. / .fra: / Xanto .A. da Rovigo, i Urbino pin:”

Marte, Venere e Cupido - retro
Marte, Venere e Cupido – retro

Note:
Il piatto si presenta rotto e riparato a ore cinque; inoltre il bordo presenta segni di usura.

Provenienza:
Donazione A.W. Franks, 1855.

Esposizioni:
Londra 1987, cat. 75; Londra 2007, cat. 35.

Bibliografia:
Fortnum 1873; Ballardini 1938; Ballardini Napoletani 1940; Mallet 1984; Cioci 1987; Wilson 1987; Mallet 2004; Thornton e Wilson 2007; Mallet 2007.

Commento dell’opera:
Al centro del piatto è raffigurata Venere sdraiata sul fianco destro tra le nuvole mentre tiene stretto a sé un bambino. Sulla destra invece Marte nell’atto di sollevare un tendaggio appeso sulla sinistra color arancio in modo tale da scoprire la dea dai capelli color dell’oro. Dietro a Marte si spiegano grumi di nuvole spiraliformi, tra le quali si nota in alto sulla sinistra Cupido mentre vola reggendo un cesto di frutta sopra il suo capo.
La figura di venere è citazione da I Modi di Marcantonio Raimondi da Giulio Romano in contro parte. Marte invece è ripreso dall’incisione di Gian Giacomo Caraglio con Mercurio che porta Psiche sull’Olimpo (Bartsch 28, p. 180, n. 50), ed è bene notare che Xanto ha ripreso la figura in modo letterale in quanto qui Marte indossa i calzari alati e l’elmo, che sono gli attributi di Mercurio. Cupido che vola in alto tra le nuvole è ripetizione presa dal Parnaso di Marcantonio Raimondi da Raffaello (Bartsch 26, p. 244, n. 247).
Considerando l’iscrizione posta sul retro, qui Xanto ha appunto citato uno dei suoi componimenti poetici e la scena qui raffigurata probabilmente ha una relazione ad un momento di pace e tranquillità politica e militare. Si tratta appunto dell’unica citazione del proprio poema riportata in un’iscrizione sul retro delle maioliche da lui decorate; il riferimento è al Sonetto XXV, in cui si richiama al tempo di pace che vigeva conseguentemente al ritorno al potere di Francesco Maria della Rovere.

[C.G]