Piramo e Tisbe

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

PIRAMO E TISBE

1539

TONDINO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 25,3 cm;

Berlino, Kunstgewerbemuseum

Iscrizioni:
Sul retro: “.1539. / Vedi piramo, e, Tisbe isieme allombra. / .X.”

Provenienza:
Entrato a far parte della collezione del Museo nel 1844.

Bibliografia:
Hausmann 1972.

Commento dell’opera:
Il soggetto raffigurato in questo piatto è ripreso da Ovidio, in cui al Libro IV delle Metamorfosi viene appunto narrato l’episodio di Piramo e Tisbe. Si tratta di una vicenda già inscenata da Xanto e in effetti per la trama si rimanda al tondino commentato in Scheda n. 263, come pure in Scheda n. 267. Tuttavia merita un’attenzione particolare l’analisi delle fonti iconografiche della composizione, in quanto si discosta assai dai due pezzi appena citati. La figura di Piramo è desunta, in controparte, dall’uomo steso a terra inerme nella Battaglia con coltellaccio di Marco Dente di Ravenna da Giulio Romano (Bartsch 26, p. 210, n. 211); la personificazione della divinità fluviale è ripresa, in controparte, dalla fanciulla in basso a sinistra nella Contesa tra le Muse e le Pieridi di Gian Giacomo da Rosso Fiorentino (Bartsch 28, p. 186, n. 53).

[C.G.]