Rapimento di Elena

Rapimento di Elena
Rapimento di Elena

 

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

RAPIMENTO DI ELENA

1534

PIATTO LARGO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 46,1 cm

Los Angeles, The Getty Center

Iscrizioni:
Sul retro è presente la scritta in inchiostro blu: “ .M.D.XXXIIII. / Quest’è’lpastor che mal mirò’l bel / volto / D’Helena Greca, e quel famoso rapto / pel qual fu’l mondo sotto sopra volto. / .Fra:Xato.A. / da Rouigo, i / Urbino.”
Va considerato che tale iscrizione è mutuata dal Trionfo d’Amore di Petrarca: “Seco è ‘l pastor che mal suo bel volto / mirò sì fiso, ond’uscir gran tempeste, / e funne il mondo sottosopra vòlto”.

Note:
Il piatto si presenta in buone condizioni conservative.

Provenienza:
Venduto presso la sede londinese di Sotheby’s il 21 Novembre 1978 (lotto n.44) • successivamente venduto presso RainerZeitz, Ltd., Londra, nel 1984 quando viene acquistato dal GettyMuseum.

Esposizioni:
Londra 1981.

Bibliografia:
Christie’s review 1976, n.397; Gonzalez-Palacios 1981; Getty Museum 1985; Bojani 1988; Hess 1988; Roseo 1995; Summary Catalogue 2001; Hess 2002.

Commento dell’opera:
Come indica l’iscrizione riportata sul retro, che si rifà ad uno dei Trionfi di Petrarca, e ai poemi omerici, il soggetto dipinto in questo piatto è il rapimento di Elena. In primo piano, si vede appunto il preciso momento in cui la bellissima donna di Sparta, figlia di Zeus e Leda (o di Nemesi) viene rapita e condotta con la forza su un’imbarcazione da parte di un gruppo di greci, uomini raffigurati nel modo precipuo di Xanto, ovvero con vesti dai colori squillanti e nelle tonalità dall’arancio, del ceruleo e del verde smeraldo, ma soprattutto sono questi dei corpi che sprigionano un grande vigore e un’intensa robustezza muscolare. Si tratta del rapimento organizzato appunto dai greci per vendicare questo spostamento della bellissima Elena, che sedotta da Paride, secondogenito del re di Troia, questi la condusse a vivere nella sua terra.
Per la messinscena di questo soggetto, Xanto si è avvalso, citando in modo quasi letterale una stampa del medesimo soggetto di Marcantonio Raimondi da Raffaello (Bartsch 26, p. 208, n. 209), come pure c’è ragione di pensare che abbia fatto riferimento anche alla versione di Marco Dente di Ravenna.

[C.G.]