Scena di parto e rapimento di Europa

Scena di parto e rapimento di Europa
Scena di parto e rapimento di Europa

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

SCENA DI PARTO E RAPIMENTO DI EUROPA

1531 ca.

SCODELLA

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 17 cm

Ubicazione sconosciuta

Iscrizioni
Non sono presenti iscrizioni.

Note:
La coppa si presenta priva di firma.

Provenienza:
Appartenuta alla collezione Pringsheim.

Esposizioni:

Bibliografia:
Falke 1994.

Commento dell’opera:
Non potendo avvalerci delle preziose e puntuali iscrizioni che Xanto poneva sul retro nella quasi totalità delle maioliche che ha decorato, siamo comunque aiutati nella comprensione di questo pezzo dal soggetto che vi è raffigurato: all’interno della coppa è raffigurata una scena di parto, in quanto si vede sulla destra una donna vestita d’un abito blu che regge un bambino, la accompagnano altre due donne, una delle quali sta scaldando i panni al fuoco del camino rappresentato sulla sinistra. All’esterno, invece, si deduce abbastanza agilmente il soggetto mostrato lungo l’intera superficie: in un paesaggio è inserito la vicenda del ratto di Europa. Si tratta, anche in questo caso, di un mito ripreso da quella che sembra essere la fonte amata da Xanto, le Metamorfosi di Ovidio, dato che tale episodio viene narrato alla fine del Libro II. Ovidio ci racconta che Giove si era invaghito di una bellissima fanciulla, per l’appunto Europa, ed escogitò un piano per rapirla e poterla sedurre: chiese a Mercurio di inviare i buoi di Agenore, padre di Europa, presso la spiaggia ove la fanciulla era solita farsi il bagno insieme alle sue compagne di Tiro e si trasformò egli stesso in un candido e mansueto toro, infatti, dice Ovidio, «Il colore è proprio quello della neve non calcata dalla pianta di un duro piede, non sciolta dall’Austro piovoso. Il collo è rigonfio di muscoli, dalle scarpe pende la giogaia. Le corna, è vero, sono piccolette, ma così ben fatte che potresti sostenere che son fabbricate a mano, e sono più diafane di una gemma pura. Niente di minaccioso nella fronte, e lo sguardo non mette paura», insomma «Un muso tutto pace» che non poté non destare l’interesse e l’ammirazione per la bellissima Europa, la quale, senza sospettare minimamente chi fosse in realtà, si sedette sulla groppa dell’animale, il quale fuggì via verso il mare.

[C.G.]