Tideo e Polinice
Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)
TIDEO E POLINICE
1532
PIATTO
Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)
Diametro: 28 cm;
Toronto, The George R. Gardiner Museum of ceramic art
Iscrizioni:
Sul retro: “.1532. / Thideo & Polynice i sieme à frote. / .VIIII. Libro de Ouidio Met. / .f.X.A. / Rouigiese i / Urbino.”
Note:
Il piatto è stato oggetto di un intervento di restauro.
Provenienza:
1850 Londra, collezione T.M. Whitehead • 1931 Firenze, collezione Achille de Clemente • 1965 New York, collezione Dr. Robert C. Bak • 1979 collezione Benjamin Sonnenberg.
Bibliografia:
Franks 1850; Catalogo della vendita della collezione De Clemente, 17 Gennaio 1931, lotto n. 431; Bellini e Conti 1964; Catalogo della vendita della collezione di Robert Bak, 07 Dicembre 1965, lotto n. 61; Catalogo della vendita di Benjamin Sonnenberg, 05 Giugno 1979, lotto n. 354; Triolo 1988; Rasmussen 1989; Wilson 1993; Triolo 1996.
Commento dell’opera:
Come si evince dall’iscrizione che si legge sul retro,la fonte letteraria di questa maiolica è il Libro IX delle Metamorfosi di Ovidio. Lo spazio dedicato alla scena è diviso in due parti dal pilastro dei due archi che sono suggeriti nella parte sommitale. Sulla sinistra si vedono due guerrieri in atteggiamento di combattimento, entrambi vestiti dalla corazza con la spada e lo scudo in mano, con la differenza che quello più a sinistra in testa ha un elmo piumato e ai piedi ha dei calzari, e ciò porterebbe ad identificarlo con Tideo. Sopra i due è appeso lo stemma della famiglia Pucci sormontato dall’ombrellino (si faccia riferimento alla Scheda n. 1). Sulla metà destra del piatto, ivece, si nota un anziano uomo con barba e baffi bianchi ed una corona sul capo: si tratta del re Adrasto, che sta varcando la porta, entrando appunto nello spazio in evidente segno di disappunto, suggerito dalle braccia levate verso il cielo, proprio per identificare la causa di tanto clamore; ai suoi piedi lo accompagna un cane, ed alle sue spalle si scorge la figura di un giovane.
Le figure create da Xanto sono frutto di alcune sue meditazioni su stampe celebri al suo tempo, in particolar modo la figura del guerriero di sinistra, identificato con Tideo, è presa dall’incisione raffigurante un Uomo nudo che rincorre una Naiade di Marcantonio Raimondi da un altorilievo (Bartsch 26, p. 223, n. 226); l’altro guerriero invece è tratto da Ercole che uccide Cerbero di Gian Giacomo Caraglio da Rosso Fiorentino (Bartsch 28, p. 183, n. 44); il giovane dietro il re è citato dal Rapimento di Elena di Marcantonio Raimondi da Raffaello (Bartsch 26, p. 208, n. 209); infine le braccia protese verso l’alto sono uno spunto che ha origine dalla stampa con Un giovane e un vecchio Bacco di Marcantonio Raimondi da Raffaello o Giulio Romano (Bartsch 26, p. 282, n. 294).