Astolfo che insegue le Arpie
1532
PIATTO
Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)
Diametro:
Londra, Victoria and Albert Museum
(Nei depositi)
Iscrizioni:
Sul retro si legge, in inchiostro blu: “Astolpho che l’Harpie persegue & scaccia. Nel. XXX. Canto dil Furioso d. M.L. Ariosto. fra: Xanto. A. da Rovigo, i Urbino pt:”
Note:
Il piatto presenta alcune screpolature in particolar modo sul bordo. Sul retro la firma risulta parzialmente coperta e con alcune perdite di colore a causa delle decorazioni a foglia e della lustratura.
Provenienza:
Fa parte della collezione del museo in seguito alla donazione George Salting.
Bibliografia:
Rackham 1940; Rackham 1977.
Commento dell’opera:
La fonte letteraria per questa maiolica è l’Orlando Furioso dell’Ariosto, ovvero una fonte praticata sicuramente meno delle Metamorfosi ovidiane: Astolfo è infatti un personaggio tipico dei poemi cavallereschi; il libro di riferimento per la scena raffigurata da Xanto non è il XXX come indica nell’iscrizione sul retro, bensì il XXXIII. Una notte Astolfo, in groppa all’ippogrifo, creatura alata originata dall’incrocio tra un cavallo e un grifone con ali d’aquila, vola a Nubia, una città fatta tutta d’oro in cui vive il re Senàpio, vittima di una maledizione che lo ha reso cieco e tormentato dalle arpie, uccellacci dal volto di donne; fatto ciò, rotto l’incantesimo di Senàpio, cavalca fino alla luna per recuperare il senno del perduto Orlando.