L’allegoria delle discordie dell’Italia
1536
PIATTO
Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)
Diametro: 26 cm
Londra, Victoria and Albert Museum
Iscrizioni:
Sul retro, all’interno del piede con un color nero è scritto: “.1536. / Di tua discordia Italia / il. premio hor hai. / F:co .X. / Rov:”
Note:
Il piatto si presenta in buone condizioni conservative.
Provenienza:
Dalla collezione Ralph Bernal.
Esposizioni:
Londra 2007, cat. 50.
Bibliografia:
Catalogo della Vendita Bernal 1855, lotto 1802; Fortnum 1873; Rackham 1940; Cioci 1987; Mallet 2007.
Commento dell’opera:
In questo piatto è dipinta una scena a carattere storico-politico e rappresenta i dissesti avvenuti nel corso del 1536: in quell’anno Carlo V fa ritorno al Nord dalla sua campagna d’Africa, attraversando le città di Napoli e Roma; nel frattempo Francesco e invadeva la Savoia ed occupava Torino. In quel tempo il seggio papale era vacante in seguito alla morte di Clemente VII Medici, di conseguenza la mossa astuta portata avanti da Francesco Maria della Rovere fu di prendere il controllo del vicariato della Chiesa attraverso il matrimonio, concluso in brevissimo tempo, tra il suo erede Guidobaldo della Rovere e Giulia Varano, erede dei Signori di Camerino. Quando poi salì al soglio pontificio papa Paolo III Farnese, la scelta operata fu quella di scomunicare Francesco Maria della Rovere preparandosi ad invadere il territorio del Ducato di Urbino, opzione dalla quale fu dissuaso dall’azione congiunta dell’Imperatore Carlo V e Veneziani.
Venendo all’illustrazione sul piatto, si nota sulla destra tra le rovine una donna mostrata frontalmente e in piedi, mentre volge verso destra la testa coperta dai capelli, inoltre appare ferita sotto il seno sinistro; nella mano destra tiene, quasi appoggiandosi, uno scudo, mentre nella mano sinistra, rivolta verso l’alto, tiene una lancia rotta nella parte sommitale. Al centro vi è Cupido con l’arco sulla schiena mentre regge a mani in alto la faretra piena di frecce, allontanandosi dalla donna, tenendo però al contempo lo sguardo volto nella sua direzione. Sulla sinistra del piatto, invece, si vede un anziano uomo, brabuto e canuto seduto frontalmente mentre appoggia la testa sulla sua mano sinistra e gli occhi sono chiusi; ai suoi piedi si vede una donna, anch’ella seduta, ma raffigurata di spalle, mentre racchiude il volto tra le mani, in atteggiamento quasi di disperazione; ed è da mettere proprio in relazione ai fatti accaduti in quello stesso anno riportato sul retro. Il vecchio barbuto, inoltre,è stato letto da Cioci come una raffigurazione del canuto pescatore che inveisce contro la miserabile ambizione di Roma, di cui si ritrova traccia nel sonetto XXXVIII scritto dallo stesso Xanto.
Com’è usuale in Xanto, per tale composizione sono state utilizzate alcune stampe come fonte iconografica, e nello specifico la figura di donna che sta a personificare l’Italia è ripresa dalla Donna con due spugne di Marcantonio Raimondi forse da Francesco Francia (Bartsch 27, p. 64, n. 373); mentre la figura di Cupido è mutuata, in controparte, dal Matrimonio di Alessandro e Rossana di Gian Giacomo Caraglio da Raffaello (Bartsch 28, p. 197, n. 62).