La morte di Laocoonte e dei due figli
1539
COPPA
Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)
Diametro: 27 cm
Washington, National Gallery of Art
Iscrizioni:
Sul retro si legge: “1539 / da duo gra serpe / Laocaonte ucciso-“
Note:
Il piatto si presenta in buone condizioni conservative.
Provenienza:
Maurice Kann, Paris; (Duveen Brothers), 1908, as part of the Kann collection; purchased February 1910 by Peter A. B. Widener, Elkins Park, Pennsylvania; inheritance from the Estate of Peter A. B. Widener by gift through power of appointment of Joseph E. Widener, Elkins Park, 1942.
Esposizioni:
1982: Sixteenth-Century Italian Maiolica; Selections from the Arthur M. Sackler Collection and the National Gallery of Art’s Widener Collection, National Gllery of Art, Washington, D.C., 1982-1983, no. 54.
Bibliografia:
David Finley e John Walker 1942; Wilson 1983; Fiocco/Gherardi 1988-1989; Wilson 1993.
Commento dell’opera:
La coppa, che non riporta alcuno stemma, raffigura l’episodio di Laocoonte, il famoso sacerdote troiano al servizio di Apollo Timbreo e fratello di Anchise. Stando ad una tradizione, il dio provava sentimenti di odio nei suoi confronti perché egli aveva osato profanarne il tempio amoreggiandovi con la moglie Antiope, dalla cui unione furono generati i loro due figli, Ettrone e Melanto o Antifate e Timbreo. Stando al racconto che ci fornisce Virgilio nell’Eneide, fu successivamente sorteggiato come sacerdote di Poseidone e tentò di dissuadere i suoi concittadini dal portare all’interno delle mura della città di Troia il famoso cavallo di legno creato dai Greci. Nel momento in cui stava predisponendo il sacrificio di un toro in onore del dio cui era dedito, Poseidone, due terribili serpenti improvvisamente emersero dal mare avvolgendo con le loro spire sia Laocoonte sia i suoi due figli, stritolandoli. I due serpenti andarono poi ad acciambellarsi ai piedi della statua d’Atena nel tempio della cittadella.
Da un punto di vista iconografico, il personaggio di Laocoonte deve la propria celebrità al famoso gruppo marmoreo del Laocoonte del Vaticano, degli scultori rodii Agesandro, Atanodoro e Polidoro, conservato in età romana nel palazzo dell’imperatore Tito e rinvenuta nel 1506 nel palazzo di Nerone a Roma. Si tratta di un gruppo scultoreo che ebbe grandissima fama anche nell’antichità proprio come uno dei massimi capolavori.
Su gentile concessione della National Gallery of Art di Washington.