Isacco che benedice Giacobbe ed Esaù
1529
Ceramica, maiolica
Diametro: 33,0 cm
Faenza, Museo Internazionale delle ceramiche
Iscrizioni:
Sul retro: “1529 / M° G° / da Ugubio”
Note:
Il piatto si presenta in buone condizioni conservative.
Provenienza:
Donazione Fanfani 1989.
Esposizioni:
Gubbio 1998, cat. 15; Deruta 2004, cat. 64.
Bibliografia:
Ravanelli Guidotti 1990; Fiocco e Gherardi 1998; Sannipoli 2004.
Commento dell’opera:
L’Avelli inscena in questa sua prova giovanile una storia di tipo sacro, e la fonte è il libro della Genesi: Giacobbe, era figlio di Isacco e aveva un fratello gemello, Esaù, che però essendo nato per primo era il preferito del padre. Nel momento in cui Isacco si trovava in punto di morte, Giacobbe riuscì a sottrarre la benedizione al fratello data la sua momentanea assenza. La scena qui raffigurata è incentrata nel momento in cui Esaù, tornato sfinito dai campi, riferisce al fratello la sua grande fame e di voler mangiare la minestra di lenticchie; Giacobbe, astutamente chiede in cambio la primogenitura ed Esaù, concentrato solamente sul suo senso di fame, gliela concedette.
La scena è tratta da un’incisione di Marcantonio Raimondi da Raffaello che illustra proprio Isacco che benedice Giacobbe (Bartsch 26, p. 15, n. 6).