Leda e il cigno

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

LEDA E IL CIGNO

1538

TONDINO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 25,8 cm;

Ubicazione sconosciuta

Iscrizioni:
Sul retro, in blu scuro: “.1538. / Di Leda bella il gene / roso parto. / .X.”

Note:
In generale il tondino si presenta in discrete condizioni conservative, non ci sono tracce visibili di restauro.

Provenienza:
Collezione di Monsieur d’Yvon entro il 1865 • collezione di Madame d’Yvon • acquistato nel 1892 da Alfred Pringheim, Monaco • acquistato nel 1939 da Alfred Spero, Londra • Collezione Lady Godfrey Fawcett • Acquistato nel 1946 da un collezionista di Brema • venduto nel 1989.

Bibliografia:
Musée retrospectif 1865; Catalogo della vendita della collezione D’Yvon 1892, lotto n. 57; Catalogo della vendita della collezione Fwcett, Sotheby’s, Londra 18 Giugno 1946, lotto n. 59; Rasmusseun 1983; Sotheby’s Londra 16-17 Ottobre 1989; Arbace 1992; Falke 1994; Wilson 1996.

Commento dell’opera:
Il mito di Leda è narrato nel Libro VI delle Metamorfosi di Ovidio e all’epoca di Xanto era assai popolare e apprezzato. Leda era una bellissima fanciulla e Giove, desideroso di averla, mutò le proprie sembianze in quelle di un cigno, in modo tale appunto di potersi accoppiare con la bella Leda, la quale rimase incinta e produsse due uova dalle quali nacquero Polluce ed Elena e dall’altro uovo Castore e Clitemnestra. Gli altri due personaggi che prendono parte a questa scena sono Cupido, che appunto svolge un ruolo fondamentale nella vicenda, ed un giovane pescatore che però non ha alcun nesso con il mito.
Le figure sono citazione dalla stampa con Alessandro e Rossana di Gian Giacomo Caraglio da Raffaello (Bartsch 28, p. 197, n. 62).

[C.G.]