Anfiarao ed Erifile
Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)
ANFIARAO ED ERIFILE
1533
TONDINO
Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)
Diametro: 25,7 cm
Londra, British Museum
Iscrizioni:
Sul retro: “.1533. L’avara, e, rea moglier di Amphiarao. Nel libro d Ovidio.. F. Xato. A. Rovig: i Urbino.”
Note:
Il piatto si presenta con una sbeccatura nella parte sommitale, uno più grande a ore dieci.
Provenienza:
Acquistato alla vendita della collezione Bernal, lotto n. 1797.
Esposizioni:
Londra 1987, cat. 77.
Bibliografia:
Ballardini 1933-1938; Ballardini Napolitani 1940; Mallet 1980; Watson 1986; Wilson 1987; Holcroft 1988; Acinini Luchinat 1998; Syson e Thornton 2001; Watson 2001; Ivanova 2003; Sani in Mallet 2007; Thornton e Wilson 2007.
Commento dell’opera:
La fonte letteraria di questa maiolica è Ovidio con le sue Metamorfosi in cui al Libro II viene narrata la vicenda di Anfiarao e di sua moglie Erifile. Il soggetto era già stato trattato da Xanto e in effetti si rimanda a Scheda n. 143; e come nel piatto di San Pietroburgo l’iscrizione che si legge sul retro è ripresa dal Trionfo d’Amore di Petrarca.
Va considerato che per realizzare questa composizione, Xanto ha fatto riferimento a ben tre stampe, in quanto Anfiarao è stato desunto da Isacco che benedice Giacobbe di Marcantonio Raimondi (Bartsch 26, p. 15, n. 6); le due figure femminili in piedi sulla destra sono riprese dalle due ninfe nude della Contesa tra le Muse e le Pieridi di Gian Giacomo Caraglio da Rosso Fiorentino (Bartsch 28, p. 186, n. 53); infine Erifile è tratta dal Martirio di San Lorenzo di Marcantonio Raimondi da Baccio Bandinelli (Bartsch 26, p. 135, n. 104).