Enea e Anchise nei Campi Elisi
Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)
ENEA E ANCHISE NEI CAMPI ELISI
1535
TONDINO
Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)
Diametro: 25,5 cm
Venezia, Museo Correr
Iscrizioni:
Sul retro: “.1535. / pie di letitia An / chise al figliol cor / re. / .F.X. / R.”
Bibliografia:
Pettruzzellis-Scherer 1988.
Commento dell’opera:
Il soggetto, che deriva dall’Eneide, poema di Virgilio assai amato da Xanto, è già stato trattato dal maestro,in quanto esistono almeno una dozzina di piatti con il medesimo episodio. Il modus operandi di Avelli è sempre il medesimo, dunque i personaggi sono ripresi da alcune stampe che egli presumibilmente possedeva in bottega. Enea è desunto dal Quos Ego di Marcantonio Raimondi da Raffaello (Bartsch 27, p.49, n. 352); Anchise è preso in controparte dalla Battaglia col coltellaccio di Agostino Veneziano da Giulio Romano (Bartsch 26, p. 210, n. 211) ed infine la donna raffigurata sulla sinistra è tratta, anch’essa in controparte, dal personaggio che si vede sulla destra nell’incisione con la Contesa tra le Muse e le Pieridi di Gian Giacomo Caraglio da Rosso Fiorentino (Bartsch 28, p. 186, n. 53).