Glauco e Scilla

Glauco e Scilla
Glauco e Scilla

 

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

GLAUCO E SCILLA

1535

PIATTO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 25,4 cm

Londra, Wallace Collection

Iscrizioni:
Il retro è decorato con foglie in lustro rubino, e nel centro in inchiostro nero si legge: “.1535. / Scilla i reo fotelague / e, Glauco i pesce. / Fra: X / .R”.

Note:
Il piatto si presenta in buone condizioni conservative.

Provenienza:
Forse Comte de Poutalès-Gorgier • A. Basilwsky • Principe Napoleon.

Esposizioni:
Londra 2007, cat. 49.

Bibliografia:
Norman 1976; Gresta 2002; Mallet 2007.

Commento dell’opera:
Al centro del piatto è raffigurata Scilla mentre fa il bagno in una vasca, sulla destra vi è Glauco che tira una rete colma di pesci e sulla sinistra invece vi è un altro episodio con Glauco mentre corre verso il mare, e che corrisponde anche all’esterno del piatto. Sullo sfondo, su un’altura rocciosa e davanti ad una città siede una donna, forse Circe. Glauco, figlio di Poseidone dio del mare, era un pescatore; ma dopo aver fatto una pesca assai ricca, come si evince infatti dalla scena sulla destra del piatto, mangia per errore un’erba che lo tramuta in una creatura marina molto simile ad un pesce e conseguentemente si innamora della giovane e bella ninfa Scilla, la quale però lo respinge. Glauco a questo punto chiede aiuto alla maga Circe, la quale però desidera Glauco solamente per sé perciò attua un incantesimo proprio mentre Scilla è nella vasca in cui sta facendo il bagno e la rende repellente agli occhi di Glauco.
Per la figura di Scilla Xanto ha utilizzato una stampa dei famosi Modi di Marcantonio Raimondi da Giulio Romano, la n.14; invece la figura di Glauco con la rete è ripresa in controparte da Il massacro degli Innocenti di Marco Dente da Baccio Bandinelli, mentre la figura di Glauco sulla sinistra è ripresa, anche questa in controparte, dall’Uomo nudo che insegue una Naiade raffigurato su un antico bassorilievo (Bartsch 26, p. 223, n. 226); infine, la donna sullo sfondo, identificabile con Circe, è citazione dalla stampa di Gian Giacomo Caraglio dal Parmigianino con l’Adorazione dei pastori (Bartsch 28, p. 81, n. 04).

[C.G.]

Su gentile concessione della Wallace Collection di Londra.