Muzio Scevola si brucia la mano in prsenza di Lars Porsenna
Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)
MUZIO SCEVOLA SI BRUCIA LA MANO IN PRESENZA DI LARS PORSENNA
1534
PIATTO
Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)
Diametro: 26,6 cm;
Melbourne, National Gallery of Victoria
Iscrizioni:
Sul retro: “.1534. / Mutio che la sua destra / errate cuoce / Fra: Xato da Rovigo, i Urbino”.
Note:
Il piatto si presenta in buone condizioni conservative, tranne per alcune perdite di smalto lungo il bordo esterno.
Provenienza:
Monaco, collezione di Alfred Pringsheim.
Bibliografia:
Borenius 1928; Ballardini 1933-1938; Catalogo della vendita della collezione di Alfred Pringsheim, 07 Giugno 1939, lotto n. 83; Chompret 1949; Mallet 1976; Holcroft 1988; Triolo 1996.
Commento dell’opera:
L’iscrizione è ripresa da uno dei testi che Xanto probabilmente teneva a portata di mano su un tavolo della sua bottega, e si tratta dei Trionfi di Petrarca, nello specifico del Trionfo della Fama; ma l’episodio è tratto dalle Deche di Tito Livio vulgare pubblicato da Giunta nel 1511. I personaggi, Muzio Scevola, Lars Porsenna e due altre figure maschili sono collocati proprio davanti ad una tenda militare; sulla destra si vede l’eroe romano Muzio, con addosso una tunica e un mantello fermato sotto il collo e sul capo un elmo, e il suo gesto è quello di tendere la mano destra verso una fiamma che sta bruciando vivamente su un altare. Lars Porsenna dalla lunga barba, vestito con la corazza, è colto nell’atto di guardare dal trono di grande lusso situato sulla parte sinistra del trono; dietro l’altare, al centro del piatto, si vedono due soldati, uno più adulto e l’altro visibilmente più giovane, ed entrambi si volgono verso Muzio Scevola, il giovane aristocratico romano che propose di uccidere Lars Porsenna, il comandante etrusco dell’esercitò che assediò Roma nel 508 a.C., e che per attuare questo piano, in virtù della sua conoscenza della lingua etrusca, si infiltrò nelle fila dell’esercito nemico. Armato di pugnale, Muzio andò all’accampamento di Porsenna, ma convinto di uccidere proprio il comandante, sbagliò persona ed uccise il lucumone etrusco; fu dunque condotto da Porsenna stesso, al quale affermò il proprio intendo di ucciderlo, ma per punirsi dell’errore decise di porre la propria mano su un braciere ove stava bruciando il fuoco dei sacrifici: di qui deriva proprio la posa in cui Muzio Scevola è stato ritratto da Xanto. Sulla parte sommitale del piatto campeggia lo stemma purtroppo non ancora identificato con tre fiordalisi nella parte sinistra e con la parte destra decorata con due bande diagonali argentate alternate ad altre tre nere.
L’intera composizione, com’è usuale in Xanto, è stata ripresa da una stampa, e si tratta nello specifico del Matrimonio di Alessandro e Rossana di Gian Giacomo Caraglio da Raffaello (Bartsch 28, p. 197, n. 62).
Su gentile concessione della National Gallery of Victoria di Melbourne.