Orfeo ed Euridice

Orfeo ed Euridice
Orfeo ed Euridice

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

ORFEO ED EURIDICE

1531 ca.

TONDINO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 27 cm

Milano, Museo di Castello Sforzesco

Iscrizioni:
Sul retro: “Fracesco Xato Ave: / Rovigiese pise i Urbino / Euridice fuggir’ vidi Aris / teo / fabu: hist:”.

Note:
Il piatto si presenta in buone condizioni conservative.

Provenienza:
Collezione Giuseppe Bossi, 1800 circa • Accademia delle Belle Arti di Brera, 1818 • Museo Patrio Archeologico, 1864.

Bibliografia:
Liburdi 1928; Chompret 1949; Sacchi 1965; Petruzzellis-Scherer 1980; Cioci 1987; Biscontini Ugolini, Petruzzellis-Scherer 1992; Rondot 1994; Triolo 2000.

Commento dell’opera:
La fonte letteraria cui Xanto si ispira per questo tondino è quel testo già ampiamente consultato e apprezzato che sono le Metamorfosi di Ovidio, nello specifico qui si rifà al Libro X, ove è raccontata la storia di Orfeo ed Euridice.
L’aspetto sul quale è necessario soffermare l’attenzione è la grande abilità e maestria di Xanto nello dispiegare lo svolgimento di tale storia: sulla sinistra è raffigurata la rincorsa di Aristeo respinto dalla tromba fiammeggiante dell’amorino che sta al centro della composizione; al centro,in primo piano, riversa a terra, in posizione prona e con le braccia distese sulla terra vi è la bella Euridice morta; infine, sulla destra si vede raffigurato in piedi frontalmente coperto solamente da un mantello ceruleo che gli copre la schiena Orfeo mentre sta suonando la viola, e qui è bene riflettere, in quanto stando ad Ovidio, lo strumento suonato da Orfeo è la cetra o la lira, dunque questo particolare è un indice di grande interesse per considerare l’estrema libertà compositiva di Xanto.
Le stampe che sono alla base di tale composizione sono quelle che Xanto spesso utilizza: Orfeo è citazione della musa con il doppio flauto della Contesa fra le Muse e le Pieridi di Gian Giacomo Caraglio da Rosso Fiorentino (Bartsch 28, p. 186, n. 53), dalla medesima incisione deriva anche la figura di Euridice; Aristeo è ripreso dalla stampa con Uomo e naiade di Marco Dente di Ravenna (Bartsch 26, p. 223, n. 226); infine l’amorino è mutuato in controparte dall’amorino raffigurato in posizione centrale nella celebre stampa di Marcantonio Raimondi con la Ronda di putti (Bartsch 26, p. 215, n. 217), con la modifica del braccio sinistro che viene mostrato alzato per poter reggere la tromba.

[C.G.]