Pico e Circe

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

PICO E CIRCE

1538

TONDINO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 25,3 cm

Copenhagen, Museum of Decorative Art

Iscrizioni:
Sul retro: “.1538. / Picco l’u gia de no / stri Regi, e, Circe. / .X.”

Provenienza:
Collezione Burdett-Coutt.

Bibliografia:
Catalogo della vendita della collezione Burdett-Coutt, Maggio 1922, lotto n. 180; Hannover 1992; Triolo 1996; Houkjaer 2005.

Commento dell’opera:
Come nelle due opere descritte in Scheda n. 214 e n. 215, Xanto fa uso di una doppia fonte letteraria, in quanto il soggetto è tratto dal Libro XIV delle Metamorfosi di Ovidio, mentre l’iscrizione si rifà al Trionfo d’Amore di Petrarca.
La storia è inscenata in un paesaggio che sembra quasi abbandonato, e sulla sinistra è mostrata in piedi tra gli alberi una fanciulla con addosso un lungo abito mentre sorregge con entrambe le mani il grembiule, tale donna  indentificabile dunque con Circe. Sta entrando in scena, sulla destra, cavalcando un bianco destriero, un giovane e poderoso guerriero, con la lancia nella mano destra pronta a colpire il cinghiale che correi in primo piano, un mantello svolazzante sulle spalle ed un elmo sul capo: egli è Pico, il re che, innamorato della propria moglie Pomona, respinse le avances della stessa Circe. In alto, in cielo vola Cupido, con la freccia già nell’arco pronta per esser scoccata nella direzione in cui si trova una figura nuda maschile inginocchiata sullo sperone roccioso.
Al centro della composizione si nota lo stemma purtroppo non ancora identificato (per il quale si rimanda a Scheda n. 214).
Le figure sono citazioni da alcune celebri stampe, in particolar modo Circe è tratta dalla Contesa tra le Muse e le Pieridi di Gian Giacomo Caraglio da Rosso Fiorentino (Bartsch 28, p. 186, n. 53), mentre Cupido è ripreso dal Parnaso di Marcantonio Raimondi da Raffaello (Bartsch 26, p. 244, n. 247); purtroppo per la figura di Pico e la figura nuda inginocchiata non è stata rinvenuta alcuna fonte iconografica.

[C.G.]