Venere e Marte
Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)
VENERE E MARTE
1534
TAGLIERE
Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)
Diametro: 26,5 cm;
Presumibilmente distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale
Iscrizioni:
Sul retro: “.1534. / Gia fiammeggiava l’a / morosa stella p l’Oriente. / .F.X.A.R / i / Urbino”.
Provenienza:
Appartenuto alla collezione del Herzog Anton-Ulrich Museum, Brunswick.
Bibliografia:
Lessmann 1979.
Commento dell’opera:
Il soggetto di questo tagliere rimane comunque alquanto oscuro,, anche se l’identificazione dei personaggi è abbastanza comprensibile: la scena sembra ambientata in cielo,dati i cirri di nubi spiraliformi, tipici peraltro della maniera di Francesco Avelli, al centro in primo piano due oche ad ali spiegate; sulla sinistra è seduta la bella e giovane Venere, coperta solamente nella parte inferiore del corpo, dietro di lei si scorge un putto che le sta porgendo delicatamente sul capo chino una corona; al lato opposto,sulla destra, Giove, con la corazza e l’elmo, accompagnato da Cupido.
Il metodo di lavoro di Xanto prevedeva un largo impiego dello spolvero, partendo da incisioni di cui egli poteva disporre all’interno della bottega in cui lavorava, e in effetti i vari personaggi che prendono parte alla vicenda sono desunti, anche in controparte, dalle Nozze di Alessandro e Rossana di Gian Giacomo Caraglio da Raffaello (Bartsch 28, p. 197, n. 62).