Venere, Vulcano e Cupido
Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)
VENERE, VULCANO E CUPIDO
1539
PIATTO LARGO
Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)
Diametro: 17,1 cm;
Londra, British Museum
Iscrizioni:
Il retro è interamente decorato, al centro, all’interno del peduccio, si legge la datazione: “.M.D. / XX / X / VIIII.”
Note:
Il bordo presentava due sbeccature, a ore 12 ed a ore 4, che sono state oggetto di un intervento conservativo e di ridipintura.
Provenienza:
Appartenuto alla collezione Henderson fino al 1861 circa • donato al Museo da John Henderson nel 1878.
Esposizioni:
Londra 1987, cat. 78.
Bibliografia:
J.C. Robinson 1863; Henderson 1868; Fortnum 1873; Wilson 1987; Triolo in Ausenda 2000; Syson e Thornton 2001; Sani in Mallet 2007; Thornton e Wilson 2007.
Commento dell’opera:
In questa maiolica è raffigurata una scena allegorica, inserita in un contesto non meglio precisabile in quanto lo sfondo è giallo, e l’unico elemento che richiama una qualsivoglia localizzazione è lo sperone roccioso sul quale trovano posto i personaggi. Sulla sinistra siede su un masso coperto d’erba Vulcano, nudo, nell’atto di forgiare una lancia; ad osservare tale azione vi è Cupido. Alle due estremità vi sono altri due putti alati, uno dei quali, quello di destra, viene fermato dalla giovane e bella Venere, dall’incedere in direzione di Vulcano.
Sul retro, sembra che la storia abbia un certo proseguimento: in un dispiegamento di nubi spiraliformi, trovano posto una quadriga comandata da un putto, e un’altra biga trainata però da due animali fantastici, forse due draghi, ma comandata da Saturno, mostrato con la falce, suo elemento distintivo e davanti all’anziana divinità sta un altro putto.
La scena mostrata all’interno del piatto è tratta in modo letterale da una stampa di Marco Dente di Ravenna illustrante proprio Venere e Vulcano, ripresa a sua volta da un antico rilievo romano (Bartsch 27, p. 224, n. 227).
Le figure che appaiono sul retro, invece sono tratte da altre incisioni, in quanto Saturno e l’altro putto, probabilmente Apollo, che guidano le bighe tra le nuvole sono desunti dai Sette Pianeti di Girolamo de’ Grandi, databile al 1533.