Ero e Leandro

1535

PIATTO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 25,5 cm

Londra, Victoria and Albert Museum

Iscrizioni:
Sul retro in verdastro tra decorazioni lustrate e una N in lustro si legge: “Leadro i mare e Ero alla finestra / F.X.”
Note:
Il piatto presenta diverse crepe nella parte inferiore frutto di un intervento di ricomposizione dei frammenti; come pure si ricscontrano alcune sbeccature lungo i bordi.

Provenienza:
Donazione George Cowell

Bibliografia:
Rackham 1977; Mallet 2000.
Commento dell’opera:
La storia di Ero e Leandro è narrata nelle Eroidi di Ovidio al Libro XVIII: Leandro, giovane d’Abido, era profondamente innamorato di Ero, la bella sacerdotessa di Afrodite, che viveva a Sesto, città sull’altra riva dell’Ellesponto di fronte ad Abido. Ogni notte il giovane attraversava lo stretto a nuoto, guidato da una lampada che la bella Ero accendeva sulla cima della torre della casa ove abitava; purtroppo però in una notte di tempesta la lampada si spense, con la conseguenza che Leandro non fu in grado di trovare la costa nelle tenebre. Il giorno seguente il mare condusse il corpo del giovane sulla sponda di Sesto, proprio sotto la torre di Ero, la quale appena vide la salma, decise per la soluzione estrema gettandosi dalla finestra, non volendo sopravvivere al proprio amante.

Per le proprie composizioni Xanto faceva riferimento ad alcune stampe che presumibilmente aveva modo di studiare e di cui disponeva all’interno della bottega in cui operava; in questo caso specifico la figura di Leandro riverso in acqua è ripresa, in controparte, dalla Battaglia col coltellaccio di Marco Dente di Ravenna da Giulio Romano (Bartsch 26, p. 210, n. 211); Ero è tratta dalla Morte di Cleopatra di Agostino Veneziano da Raffaello (Bartsch 26, p. 104, n. 198); infine il Cupido di destra è citato dalla stampa con gli Israeliti che raccolgono la manna di Agostino Veneziano da Raffaello (Bartsch 26, p. 17, n. 8).

[C.G.]