Coppa con la conversione di Saulo
1527-1528
Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)
Diametro: 26,6 cm
Washington, National Gallery of Art
Note:
La coppa si presenta in buone condizioni conservative, anche se in alcuni punti i bordi sono rovinati e screpolati con conseguenti perdite di pigmento.
Provenienza:
Appartenuto a Maurice Kann, Parigi; (fratelli Duveen), 1908, parte della collezione Kann • acquistato nel Febbraio del 1910 da Peter A. B. Widener, Elkins Park, Pennsylvania• succesisvamente ereditato dal patrimonio di Peter A. B. Widener come regalo a Joseph E. Widener, Elkins Park nel 1942.
Bibliografia:
Wilson 1993.
Commento dell’opera:
Per questa coppa, l’Avelli illustra un tema sacro, tratto dal Nuovo Testamento e nello specifico dagli Atti degli Apostoli, ovvero l’adesione al cristianesimo da parte di Paolo di Tarso (chiamato anche Saulo). Paolo era infatti un ebreo ellenizzato che godeva della cittadinanza romana ed inoltre era considerato il principale missionario del Vangelo di Gesù tra i pagani (sia greci sia romani).
In Atti 9, 1-9 si legge: «1 Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote 2 e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati. 3 E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo 4 e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». 5 Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti! 6 Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». 7 Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. 8 Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, 9 dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda». È interessante considerare che tutta la tradizione artistica ha immaginato questa caduta come un disarcionamento da cavallo, particolare che è assente nelle fonti.
Per creare la propria composizione Xanto ha utilizzato alcune stampe, in questo caso specifico la figura caduta per terra in primo piano al centro è desunta, in controparte, dalla divinità fluviale del Giudizio di Paride di Marcantonio Raimondi da Raffaello (Bartsch 26, p. 242, n. 245); per gli altri personaggi non sono state rintracciate fonti iconografiche, si può solo osservare che i cavalli richiamano fortemente la tipologia equina che popola le incisioni di Marcantonio Raimondi.
Su gentile concessione della National Gallery of Art di Washington.