Giove e Dioniso, Tiranno di Siracusa
Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)
GIOVE E DIONISO, TIRANNO DI SIRACUSA
1535
PIATTO
Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)
Diametro: 28 cm;
Torino, Collezione privata
Iscrizioni:
Sul retro vi è una “N” in lustro, ed in inchiostro blu l’iscrizione: “1535 / F.X.R.”
Note:
Il piatto si presenta in buone condizioni conservative.
Provenienza:
Appartenuto alla collezione di Ralph Bernal • successivamente passato nella collezione Morant.
Bibliografia:
Catalogo della vendita della collezione di Ralph Bernal, 22 Marzo 1855, lotto n. 1816; Bohn 1857; Tervarent 1950; Bellini e Conti 1964; Wilson 1995; Wilson 1996; Triolo 1996.
Commento dell’opera:
La fonte letteraria di questo piatto è da ricercare nel Libro I delle Facta et dicta memorabilia di Valerio Massimo. La scena è ambientata in cielo e tutto intorno al bordo del piatto si snodano cirri di nubi spiraliformi, com’è consueto nella maniera di Xanto; si nota al centro della composizione Giove seduto su un trono poggiante su un piedistallo che lo pone in posizione rialzata, mentre regge in mano una saetta e accompagnato dal suo attributo, l’aquila. In primo piano, steso nudo davanti a lui in posizione supina è raffigurato Dioniso; mentre sull’estrema destra si vedono un uomo e una donna (la donna di Himera) mentre stanno conversando. Sulla sinistra un putto mostrato frontalmente sorregge a mani in alto lo stemma di Jacopo Pesaro (per ulteriori informazioni si rinvia alla Scheda n. 16).
Le figure qui rappresentate sono tutte tratte da diverse incisioni: Giove è citato dal Martirio di Santa Cecilia (Bartsch 26, p.153, n.117); la coppia sulla destra dalla Contesa tra le Muse e le Pieridi di Gian Giacomo Caraglio (Bartsch 28, p. 186, n. 53); mentre il putto sulla sinistra è ripreso dalla Danza di Cupidi di Marcantonio Raimondi (Bartsch 26, p. 215, n. 217); infine per la figura di Dioniso non è stata rintracciata la fonte iconografica.