Il mito di Egeo

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

IL MITO DI EGEO

1526 ca.

PIATTO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Collezione privata

Iscrizioni:
Sul retro: “Morte di Egieo”

Provenienza:
Già Collezione Murray.

Bibliografia:
Catalogo della vendita della collezione Murray/Florenz, Berlino 1929, lotto n. 115.

Commento dell’opera:
Si tratta di un piatto inedito di Xanto, ascrivibile al capitolo giovanile della sua attività di decoratore di maioliche. Il soggetto raffigurato, esplicitato dall’iscrizione posta sul retro, è alquanto inconsueto nel repertorio di Xanto. Egeo, re di Atene, era il padre di Teseo, il quale decise di intraprendere una spedizione, che provocò la morte dell’ormai anziano padre: Teseo aveva infatti promesso che se fosse tornato vincitore, avrebbe issato una vela bianca sulla propria nave, mentre se le navi fossero tornate senza di lui,avrebbero issato vele nere; ma smemorato, Teseo dimenticò la promessa fatta al padre e omise di cambiare le vele; conseguentemente, Egeo appena vide le navi fare ritorno, vedendo appunto il colore delle vele, credette il figlio morto, e di qui decise per la soluzione estrema di gettarsi in mare, nel mare che da lui prese poi il suo nome. Nel piatto qui in esame si vede sulla sinistra la nave con la vela nera, e sulla destra Egeo mentre si getta dalla finestra disperato; a sottolineare la drammaticità di tale vicenda è il volto con la bocca spalancata e un braccio alzato del personaggio identificabile dunque con Teseo. Al centro del cavetto, all’interno di un medaglione, è rappresentata una figura femminile nuda, forse una divinità o più probabilmente la personificazione della città di Atene, di cui Egeo era re.
Stilisticamente questo piatto si avvicina molto al tondino analizzato in Scheda n. 252.

[C.G.]