La discesa di Orfeo nell’Ade
Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)
LA DISCESA DI ORFEO NELL’ADE
1532
TONDINO
Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)
Diametro: 26,5 cm
Londra, Wallace Collection
Iscrizioni:
Sul retro, all’interno del piede in inchiostro blu sta scritto: “.1532. / Alla Caronthea Cimba arri / va Orpheo / Nel.XL. d Ovidio Meth: / fra Xanto A da Rovigo, in / Urbino.”
Note:
Il piatto si presenta in buone condizioni conservative.
Provenienza:
forse dalla collezione di Poutalès-Gorgier o forse Basilewsky• passato successivamente nella collezione del Principe Napoleon
Esposizioni:
Londra 2007, cat. 38.
Bibliografia:
Catalogo della vendita Poutalès-Gorgier, lotto 1697; Vendita Napoleon, lotto 151; Bethnal Green 1872-1875; Ballardini 1938; Norman 1976; Thornton 1999; Mallet 2007.
Commento dell’opera:
La scena rappresentata in questo tondino è ripresa dalle Metamorfosi di Ovidio, ma non nel XL Libro bensì nel Libro XI, che è proprio il riferimento in cui si ritrova la storia del poeta della Tracia Orfeo, che, disperato per la morte della moglie Euridice, discende nell’Ade con la speranza di liberarla; Orfeo però purtroppo non riesce in quanto non resiste alla tentazione di verso di lei prima di arrivare nel mondo dei vivi, trasgredendo all’accordo preso col dio degli Inferi, Plutone. Sulla sinistra si vede Orfeo mentre sta suonando la lira da braccio, e al centro Caronte che conduce il suo traghetto lungo lo Stige; in primo piano sta sdraiato un uomo canuto e mostrato di spalle, probabilmente Tizio; sull’estrema destra invece sono raffigurate due creature : quello che si rivolge verso l’interno del piatto è Cerbero, il cane a tre tese ma qui collegate ad un corpo di uomo, mentre l’altra figura è rivolta verso l’esterno e si tratta di un altro essere fantastico con corpo di uomo e la testa di gru, non ancora identificato.
Fino ad oggi non è stata ritrovata alcuna stampa che sia fonte iconografica per le figure di Cerbero ed Orfeo. La figura sdraiata in primo piano invece è mutuata da una delle versioni della Scena di battaglia di Marco Dente da Raffaello o Giulio Romano (Bartsch 27, p. 108, n. 420); Caronte è ripreso dalla stampa Sol del Maestro I.B. (Bartsch 16, p. 70, n. 14); ed infine il corpo dell’uomo con la testa di gru è citazione di una figura sullo sfondo nel Martirio di San Lorenzo di Marcantonio Raimondi da Baccio Bandinelli (Bartsch 26, p. 135, n. 104).
Su gentile concessione della Wallace Collection di Londra.