Atteone trasformato in un cervo

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

ATTEONE TRASFORMATO IN UN CERVO

1534

PIATTO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 45 cm;

Ubicazione sconosciuta

Iscrizioni:
Sul retro: “.1534. / Il misero Atheon converso / in Cervuo, / .F.X.”

Note:

Provenienza:
Appartenuto alla collezione Berney, Norfolk, Bracon Hall.

 

Esposizioni:

Bibliografia:
Ballardini 1938; Catalogo della vendita, Christie’s New York, 03 Dicembre 1973; Catalogo della vendita, Christie’s New York, 03 Ottobre 1983.

Commento dell’opera:
Il soggetto, ripreso dal Libro III delle Metamorfosi di Ovidio, testo tanto amato da Francesco Avelli, è stato proposto dal maestro in diverse occasioni nel corso degli anni, e si rimanda pertanto alle Schede n. 48, n. 108, n. 302 e n. 303. La composizione in questo piatto è però più complessa e ricca: in un paesaggio si scorgono, infatti, sulla destra Diana e le ninfe mentre stanno facendo il bagno; in primo piano, attaccato da ben quattro cani si vede, steso supino, Atteone, già trasformato in cervo. Lo sguardo però è attratto inoltre dagli elementi accessori che Xanto con grande abilità inserisce nelle maioliche che decora e infatti non poteva mancare la costruzione architettonica che si scorge dietro uno sperone roccioso sulla destra e sullo sfondo si notano tre imbarcazioni.
Per la complessità di tale composizione, Francesco Avelli ha fatto richiamo ad una pluralità di incisioni riuscendo ad inscenare una storia movimentata e articolata. Le fanciulle sono tratte dalla Contesa tra le Muse e le Pieridi di Gian Giacomo Caraglio da Rosso Fiorentino (Bartsch 28, p. 186, n. 53); il ragazzo al centro della composizione è desunto dalla stampa raffigurante Isacco che benedice Giacobbe di Marcantonio Raimondi da Raffaello; L’uomo sulla sinistra è ripreso dal Sol dell’anonimo Monogrammista I.B.; Cupido che si vede in primo piano poco più in basso dell’uomo di spalle è preso dalla Morte di Cleopatra di Agostino Veneziano da Raffaello; l’amorino che vola in cielo è citato dal Parnaso di Marcantonio Raimondi da Raffaello ed infine la figura di Atteone deriva dall’uomo in primo piano sulla destra nella Battaglia col coltellaccio di Marco Dente di Ravenna da Giulio Romano.

[C.G.]