Enea, Anchise ed Ascanio fuggono da Troia

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

ENEA, ANCHISE ED ASCANIO FUGGONO DA TROIA

1528-1530 ca.

COPPA

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 26,0 cm;

Colonia, Museum für Angewandte Kunst

Iscrizioni:
Sul retro: “Quest’ ,e, colui ch’ a troia il / padre Anchise / Trasse d’il fuoco, et dopo logo / errore / Sotto la ripa Antantra a / posar’ mise. / historia y.”

Note:
Il piatto si presenta in buone condizioni conservative.

Provenienza:
Già collezione Bourgeois

Bibliografia:
Catalogo della vendita della collezione Bourgeois 1900; Falke 1907; Rackham 1933; Rackham 1940; Rackham 1957; Klesse 1966; Liverani 1968; Triolo 1996.

Commento dell’opera:
L’iscrizione, che fornisce il soggetto di tale maiolica, è un utile indizio che aiuta a determinare anche la fonte iconografica per tale composizione, in quanto è ripresa dalla medesima iscrizione che si legge nell’angolo in alto a destra dell’incisione di Gian Giacomo Caraglio da Raffaello raffigurante Enea che salva Anchise, introducendo alcune piccole modifiche derivanti dalla lettura del testo con il Trionfo d’Amore di Petrarca. In primo piano si vede, infatti, Enea mentre trasporta sulle proprie spalle l’anziano padre Anchise, accompagnato dal giovane Ascanio, sulla sinistra. I due adulti sono raffigurati completamente senza abiti, mentre il fanciullo è coperto da un mantello blu e regge sulla propria schiena lo scrigno con i loro effetti personali. Sullo sfondo si riconoscono le mura e le costruzioni di una città, ovviamente si tratta di Troia. Sulla sinistra è sospeso lo stemma con due aquile, purtroppo non ancora identificato.
Come detto appena più sopra le due figure di Enea ed Anchise sono prese dalla stampa con Enea che salva Anchise di Gian Giacomo Caraglio da Raffaello (Bartsch 28, p. 196, n. 60) mentre il piccolo Ascanio è tratto da un bassorilievo con tre Cupidi (Bartsch 26, p. 239, n. 242).

[C.G.]