Il salvataggio di Camilla

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

IL SALVATAGGIO DI CAMILLA

1532

PIATTO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 26,0 cm;

Ubicazione sconosciuta

Iscrizioni:
Sul retro si legge: “.1532. / Al fiume d’Amassen’ / Camilla, e’l padre. / Nel .XI. lib: d l’Eneida Virg: / fra: Xanto / A: da Rouigo i Urbino.”

Note:
Il piatto si presenta in buone condizioni conservative.

Provenienza:
Londra, collezione T.M. Whitehead • Londra, collezione Otto Beit • collezione G.A. Kolkhorst • Torino, collezione privata.

Bibliografia:
Franks 1850; Catalogo della vendita della collezione di T.M. Whitehead, 10 Maggio 1898; Rackham 1916; Ballardini 1933-1938; Catalogo della vendita della collezione di Otto Beit, 16 Ottobre 1942, lotto n.62; Catalogo della vendita della collezione G.A. Kolkhorst, 20 Marzo 1959, lotto n.12; Bellini e Conti 1964; Triolo 1988; Rasmusseun 1989; Wilson 1993.

Commento dell’opera:
In questa maiolica Xanto ha seguito letteralmente il testo del Libro XI del Virgilio volgare, e infatti si vede lo spazio diviso in due parti dal fiume che scorre nel mezzo, generato dall’urna rovesciata dalla divinità marina posta all’angolo inferiore destro, nelle sembianze di un uomo anziano dalla lunga barba. Sulla parte sinistra invece si riconosce Metabo, un anziano guerriero, vestito infatti con la corazza e l’elmo, mentre è in atto di tenere una lancia che divide in senso diagonale lo spazio, sulla quale ha legato la sua figlioletta Camilla. La dea Diana vestita con una tunica è localizzata in piedi in mezzo alla foresta, rivolta verso la piccola Camilla, verso la quale appunto protende le mani in atto di recuperarla. Sopra la figura di Metabo è sospeso lo stemma della famiglia fiorentina Pucci (si rimanda a Scheda n. 1).
La figura di Metabo è citazione letterale dalla stampa con la Battaglia tra Romani e Cartaginesi di Marco Dente di Ravenna da Raffaello o da Giulio Romano (Bartsch 27, p. 108, n. 420); Camilla invece è presa dal Parnaso di Marcantonio Raimondi (Bartsch 26, p. 244, n. 247); Diana invece dalla Contesa tra le Muse e le Pieridi di Gian Giacomo Caraglio da Rosso Fiorentino (Bartsch 28, p. 186, n. 53); infine il dio fluviale è ripreso dall’incisione raffigurante San Girolamo ed il leone di Agostino Veneziano da Raffaello (Bartsch 26, p. 134, n. 103).

[C.G.]