Piramo e Tisbe

Piramo e Tisbe
Piramo e Tisbe

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

PIRAMO E TISBE

1528-1531 ca.

TONDINO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 26 cm

Cambridge, The Fitzwilliam Museum

Iscrizioni:
Sul retro: “Vedi Piramo e Tisbe / isieme all ombra. / Historia, y/Ø”.

Note:
Il bordo si presenta usurato e con alcune sbeccature.

Provenienza:
Prima del 1930 apparteneva alla collezione di Henry Harris • Venduto nel 1950 • e acquistato da Alfred Spero • passato successivamente nella collezione di Marmaduke Langdale Horn.

Piramo e Tisbe - retro
Piramo e Tisbe – retro

Bibliografia:
Borenius 1930; Catalogo della vendita Sotheby’s 20 Giugno 1950, lotto n. 106; Rackham 1957; Poole 1995.

Commento dell’opera:
Il soggetto di questa maiolica, già altre volte proposto da Xanto negli anni compresi tra il 1531 ed il 1539, è tratto dalle Metamorfosi di Ovidio, al Libro IV, e in effetti per la storia si rimanda a Scheda n. 263. L’iscrizione, invece, è ripresa dal Trionfo d’Amore di Petrarca, in cui al verso 20 del Capo III si legge: «vedi Piramo e Tisbe insieme a l’ombra».
In questo caso è bene considerare le fonti iconografiche utilizzate da Avelli per creare la propria composizione: in questo caso specifico le stampe utilizzate sono ben quattro, in quanto la figura di Tisbe è desunta, in controparte, dalla donna che si vede all’estrema destra nella Contesa tra le Muse e le Pieridi di Gian Giacomo Caraglio da Rosso Fiorentino (Bartsch 28, p. 186, n. 53); Piramo deriva con tutta probabilità dal guerriero caduto che si vede nella Battaglia tra Romani e Cartaginesi di Marco Dente di Ravenna da Raffaello o Giulio Romano (Bartsch 27, p. 108, n. 420); la figura di Cupido è tratta, in controparte, dalla celebre Danza di Cupidi di Marcantonio Raimondi da Raffaello (Bartsch 26, p. 215, n. 217); infine la testa del leone sembra sia ripresa dall’incisione con Ercole che combatte contro il leone nemeo di Agostino Veneziano da Raffaello.

[C.G.]

Su gentile concessione del Fitzwilliam Museum di Cambridge.