Ercole e Lica

ERCOLE E LICA

Ercole e Lica
Ercole e Lica

1532
PIATTO
Ceramica, maiolica (cotto porcellanato)
Diametro: 29,2 cm
New York, The Metropolitan Museum of Art
Iscrizioni:
Sul verso, a ore 9 è presente lo stemma della famiglia Pucci recante un moro di profilo con una fascia bianca sulla fronte sulla quale sono impressi tre martelli, simbolo dell’antico mestiere della famiglia.
Sul retro, nella zona centrale è presente un’iscrizione di color blu: “.1532./ Da Hercol’ Lica/ i/ mar scagliato à furia./ Nel. VIIII libro d Ovidio Met: / .fra Xato. A./ da Rouigo, i Vrbino”.

Ercole e Lica
Note:
Il piatto non si presenta in buone condizioni conservative, in particolar modo sul retro in quanto sono presenti alcune crepe, la più vistosa lo attraversa longitudinalmente dalle ore 12 alle ore 5.
Bibliografia:
Ballardini 1938; Triolo 1988; Rasmussen 1989; Wilson 1993; Triolo 1996.

 

 

 

Commento dell’opera:
Il piatto fa parte dell’importante servizio Pucci, come si nota appunto dallo stemma (si rimanda in tal caso alla Scheda n.1).
Come è usuale in Francesco Xanto Avelli, sul retro è descritta la scena con il preciso riferimento alla fonte: il Libro IX delle Metamorfosi di Ovidio, in cui viene narrato che Ercole, impazzito a causa del dolore procuratogli dalla tunica intrisa del sangue avvelenato di Nesso il centauro, lo afferra per la caviglia e scaglia in aria il giovane Lica, il quale ignaro gliel’aveva consegnata su ordine di Deianira.

 

Ercole e Lica

La scena dipinta da Xanto Avelli in questo piatto risulta assai particolare per la grande abilità del maestro di esser riuscito ad inscenare due momenti della storia: quello in cui Ercole afferra Lica, e quello in cui Lica è lanciato. Un particolare però è bene considerare: Ovidio riferisce che: «… Hercule cussi lamentadose guardo e uide Licha & ando a lui & preselo per lo bracio.», dunque non per la caviglia come invece è inscenato qui.
Il metodo di lavoro di Xanto prevedeva un ingente uso delle stampe che circolavano all’epoca al fine di creare i personaggi che popolavano le sue maioliche: per questo caso specifico egli ha ripreso, in controparte, l’uomo al centro della Strage degli Innocenti di Marcantonio Raimondi da Baccio Bandinelli (Bartsch 26, p. 33, n. 21) per creare Ercole;

 

 

 

Lica prima della trasformazione è tratto dai Modi di Marcantonio Raimondi da Giulio Romano (Lawner 1984, p. 79); ed infine Lica trasformato è desunto dalla stampa con un Uomo nudo che rincorre una ninfa di Marcantonio Raimondi da un antico bassorilievo (Bartsch 26, p. 223, n. 226).

Ercole e Lica
[C.G.]Su gentile concessione del Metropolitan Museum of Art di New York.