Piramo e Tisbe

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

PIRAMO E TISBE

1538

PIATTO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 25,5 cm

Sèvres, Musée National de la Céramique

Iscrizioni:
Sul retro: “1538 uedi piramo e tisbe…sieme allobra X”.

Note:
Il piatto presenta una piccola area restaurata sul bordo.

Provenienza:
Collezione Charles Testard.

Bibliografia:
Catalogo della vendita della collezione di Charles Testard, 24-25 Giugno 1924, lotto n. 24; Giacomotti 1974; Triolo 1996.

Commento dell’opera:
Per questa maiolica Xanto ha utilizzato come fonti iconografiche due dei testi che è possibile definire come suoi prediletti: le Metamorfosi di Ovidio, in cui appunto al Libro IV si ritrova la storia di Piramo e Tisbe, e i Trionfi di Petrarca, in particolar modo il Trionfo d’Amore perché l’iscrizione posta sul retro sembra proprio presa letteralmente dal verso petrarchesco che recita così: “vedi Piramo e Tisbe insieme a l’ombra” (III, 20). In primo piano si vede il corpo inerme e senza vita di Piramo, mentre sta sanguinando e proprio vedendo e constatando la morte del proprio amato, sulla sinistra, Tisbe, nei pressi di una fontana, sta per cadere sulla spada, in modo tale che l’arma vada a colpire il suo torace. Sulla destra un crocicchio di quattro uomini è impegnato in una discussione, proprio mentre un quinto uomo si sta avvicinando per prendere parte a tale discussione; un altro uomo invece siede su un muretto appena davanti alla città che si vede sulla sinistra.
il centro del piatto è occupato dallo stemma non identificato, con un elmo, un cimiero, un leonepassante dal manto azzurro su un medaglione ovale suddiviso in oro e azzurro; lo scudo è blasonato a quarti alternati: l’1 e il 4 sono decorati con tre righe argento su fondo rosso, mentre il 2 ed il 3 sono argentei con due leoni rossi che si affrontano.
Sono facilmente individuabili anche le fonti iconografiche delle figure rappresentate: Piramo è ripreso dall’incisione raffigurante la Battaglia con la sciabola di Agostino Veneziano da Giulio Romano (Bartsch 26, p. 210, n. 211); Tisbe invece è tratta dalla stampa con il Pianeta Marte ed infine il gruppo di uomini sulla destra è citato dall’incisione con il Pianeta Giove.

[C.G.]