Le tre parche

Le tre parche
Le tre parche

Francesco Xanto Avelli

(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

LE TRE PARCHE

1530-1532

PIATTO FONDO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 26 cm;

San Pietroburgo, The State Hermitage Museum

Note:
Il piatto fondo presenta alcune perdite lungo i bordi.

Provenienza:
Nella collezione del barone Stiglitz a Leningrado • passato nel 1925 nel museo dell’Ermitage.

Esposizioni:
Faenza 2003, cat. 38.

Bibliografia:
Karbon’er 1899; Cioci 1987; Ivanova 2003.

Commento dell’opera:
La fonte letteraria per questa composizione sono le Metamorfosi di Ovidio. Xanto raffigura le tre Parche: quella a sinistra, vestita d’arancione, tiene in mano il fuso e tira il filo; quella sulla destra vestita d’azzurro tiene in mano la cannocchia con il filato; mentre quella centrale con un abito blu e un velo bianco recide il filo stesso. Le Parche sono le figlie di Zeus e di Temi, la Giustizia, e stabilivano il destino degli uomini: Cloto fila, Lachesi passa il filo attraverso le varie avversità del destino, mentre Atropo taglia il filo interrompendo in tal modo la vita. Le loro decisioni erano inderogabili, talmente tanto che neppure gli dèi potevano alcunché.
Le tre figure femminili sono raffigurate entro una struttura architettonica, ai lati della quale si aprono due nicchie entro le quali sono dipinte due sculture raffiguranti figure femminili: si tratta di due allegorie, quella a sinistra con la croce in mano simboleggia la Teologia, mentre quella sulla nicchia di destra simboleggia la Speranza.
di rilevante interesse è considerare il modo di rappresentare le Parche: in genere erano raffigurate come donne anziane scorbutiche e di dubbia bellezza, oppure anche come vergini severe; Xanto invece opta per una certa libertà d’esecuzione.

[C.G.]