Allegoria della buona e cattiva fama

Allegoria della buona e cattiva fama
Allegoria della buona e cattiva fama

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

ALLEGORIA DELLA BUONA E CATTIVA FAMA

1531

TONDINO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 21,9 cm

Milano, Museo di Castello Sforzesco

Iscrizioni:
Sul retro in blu si legge: “f.X.A.R. / i Urbino / .1531.”

Note:
Il piatto si presenta in buone condizioni conservative.

Bibliografia:
Petruzzellis-Scherer 1980; Triolo 2000.

Commento dell’opera:
Il tondino raffigura una scena allegorica in cui si vede, sulla sinistra, un uomo sdraiato sul fianco sinistro, quindi visibile di spalle, appoggiato ad una zampogna; sulla destra invece, in piedi e vista di spalle,vi è una figura di una fanciulla, appoggiata ad un piedistallo o un altare, con in mano una doppia tromba. Tutt’intorno vi è una scena spoglia, senza riferimenti architettonici, solamente alcune nuvole e sulla sinistra delle fiamme che scendono a pioggia. Nel tentativo di dare una lettura iconologica a tale scena, la critica ha formulato diverse ipotesi utilizzando i pochi dati a disposizione, ovvero gli strumenti che reggono in mano i due personaggi: si potrebbe pensare alla Fama, in quanto i suoi attributi sono la tromba e, alle volte, proprio la doppia tromba, una grande e una piccola, proprio per intendere la buona e la cattiva fama. Il ruolo e il il significato della cornamusa purtroppo rimane ancora oscuro.
Per la composizione, Xanto ha fatto riferimento ad alcune stampe coeve: l’uomo sdraiato è citazione,in controparte, del guerriero sotto il cavallo nell’incisione di Marco Dente Di Ravenna con la Battaglia fra Romani e Cartaginesi (Bartsch 27, p. 108, n. 420); mentre la figura femminile è citazione,anch’essa in controparte, di una delle muse della Contesa tra le Muse e le Pieridi di Gian Giacomo Caraglio (Bartsch 28, p. 186, n. 53); l’altare, infine, richiama alla memoria l’ara dell’incisione con la Morte di Cleopatra di Agostino Veneziano (Bartsch 26, p. 104, n. 198).

[C.G.]