Dedalo e Talo
Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)
DEDALO E TALO
1531
PIATTO
Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)
Diametro:27,5 cm
Milano, Museo di Castello Sforzesco
Iscrizioni:
Sul retro si legge: “Fracesco Xato Avelli pi / i Urbino / Opra l’invidia i Dedal’X / oso / historia y”.
Note:
Il piatto si presenta in buone condizioni conservative.
Bibliografia:
Petruzzellis-Scherer 1980; Triolo 2000.
Commento dell’opera:
Questo piatto raffigura uno degli episodi narrati nel Libro VIII delle Metamorfosi di Ovidio, che sono, a buona ragione, il testo prediletto di Xanto come fonte d’ispirazione; è questo, però, un soggetto poco praticato. Concerne la storia di Dedalo, che invidioso di suo nipote Talo, in quanto con la propria abilità inventò la sega e ed il compasso, lo fa precipitare giù per una torre, facendolo passare per un incidente.
Diverse sono le stampe utilizzate come fonte iconografica: l’amorino in basso sulla sinistra è ripreso dall’incisione con il Matrimonio di Alessandro e Rossana di Gian Giacomo Caraglio (Bartsch 28, p. 197, n. 62); la figura di Talo invece è mutuata, in controparte, dalla figura di Urano nell’incisione con Una naiade sul mare di Marco Dente di Ravenna ; infine, Dedalo e la figura maschile sulla destra in piedi e di spalle sono desunti dal Martirio di San Lorenzo di Marcantonio Raimondi (Bartsch 26, p. 135, n. 104).