Giunone trasforma Antigone in cicogna

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

GIUNONE TRASFORMA ANTIGONE IN CICOGNA

1533

PIATTO

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 25,9 cm;

Arezzo, Museo Statale d’Arte Medievale e Moderna

Iscrizioni:
Sul retro: “1533 / Coverte Giuno Antigo / ne i Cicogna / Nel. VI. libro de Ovidio met: / fra: Xanto A. / Rovig: i / Urbino.”

Provenienza:
Già nella collezione Fraternita dei Laici.

Bibliografia:
Ballardini 1938; Ravanelli Guidotti 1985; Gardelli 1987; Triolo 1988; Rasmussen 1989; Watson 1991; Fuchs 1993.

Commento dell’opera:
Come indicato nell’iscrizione che si legge sul retro, il soggetto è desunto dalle Metamorfosi di Ovidio, più precisamente dal Libro VI.
Il centro della composizione è occupato dalla figura di Giunone che è accompagnata da un Cupido e dal pavone, è mostrata in atteggiamento di ira nei confronti di Antigone che si vede inginocchiata a sinistra, proprio appena prima esser trasformata in cigno dagli dei al fine di evitare la maledizione che Giunone le aveva inflitto, la quale voleva mutarle i capelli in serpenti.
Per creare i personaggi raffigurati Xanto ha fatto uso di alcune stampe celebri, nello specifico la figura di Giunone è desunta dalla Strage degli innocenti di Marco Dente di Ravenna da Baccio Bandinelli (Bartsch 26, p. 33, n. 21); Cupido è facilmente identificabile in quanto deriva dalla Contesa tra le Muse e le Pieridi di Gian Giacomo Caraglio dal Rosso Fiorentino (Bartsch 28, p. 186, n. 53), incisione ampiamente utilizzata dal maestro.
A ore 12 si vede lo stemma della celebre famiglia Pucci sormontato dall’ombrellino papale e per tale servizio si fa riferimento al pezzo commentato in Scheda n. 1.

[C.G.]