Gobrio e Dario

Gobrio e Dario
Gobrio e Dario

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

GOBRIO E DARIO

1536

PIASTRA

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Dimensioni: 30,4 cm x 27,2 cm;

Ubicazione sconosciuta

Iscrizioni:
Su un plinto l’iscrizione: “Rivela Go / brio sua ite / tione à Da / rio. Iust: hist: / lib: .I. d bellis extern / is.”
Su un plinto sulla destra: “.n.26.”
Su un gradino all’estrema sinistra si legge la firma: “.F.X.R.”

Provenienza:
Appartenuta alla collezione Sprovieri.

Bibliografia:
Catalogo della vendita della collezione Bukowskis, Stoccolma, 12-13 Dicembre 1990, lotto n. 487; Wilson 1993; Wilson 1993; Wilson 1996.

Commento dell’opera:
In questa piastra è raffigurato un episodio della storia della Persia antica, presa dal Libro I dell’Epitome del latino Giusto da Trogo Pompeo. Conseguentemente alla presa della città di Babilonia da parte degli Assiri, Gobrio, uomo che aiutò ad insediare Dario sul trono di Persia, si trovò sfregiato nel volto, ed inoltre aiutò lo stesso Dario a fuggire e trovare rifugio a Babilonia.
Sulla sinistra si vede Gobio, mostrato proprio con il volto sfregiato; al centro invece vi è Dario seduto sul trono cui sta di fronte, in piedi, lo stesso Gobrio; ed infine sull’estrema destra viene mostrata con le mura la città di Babilonia, personificata nella giovane fanciulla dai lunghi capelli.
Com’è usuale nel metodo di lavoro di Xanto, le figure sono citazioni da stampe celebri, in particolar modo la figura di Gobrio sulla sinistra è ripresa da Quos Ego di Marcantonio Raimondi da Raffaello (Bartsch 27, p.49, n. 352); il re Dario seduto sul trono è tratto dalla figura centrale di una stampa di Agostino Veneziano da Raffaello ed il personaggio che gli sta di fronte in piedi, ovvero Gobrio, è preso dal Giovane Eroe di Agostino Veneziano da Raffaello; infine la figura di Gobrio sulla destra che si dirige verso le mura della città è tratta dall’incisione con il Sol del Monogrammista IB (Bartsch 16, p. 70, n. 14) mentre la fanciulla che personifica la città di Babilonia è citata dall’Aurora di Marcantonio Raimondi da Raffaello.

[C.G.]