La morte di Eschilo

La morte di Eschilo
La morte di Eschilo

Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)

LA MORTE DI ESCHILO

1540

COPPA

Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)

Diametro: 27 cm

Parigi, Musée du Louvre

Iscrizioni:
Sul retro: “1540 / Suo destino ha ciascu dal di chel nasce / .X.”

Provenienza:
Collezione Campana • nelle collezioni del Museo dal 1861.

Bibliografia:
Chompret 1952; Giacomotti 1974.

Commento dell’opera:
In relazione all’iscrizione che si legge sul retro, il soggetto è stato variamente interpretato anche come una allegoria del destino (Giacomotti, 1974). È raffigurato in primo piano, infatti, un anziano mentre è seduto per terra con le gambe stese, il braccio sinistro appoggiato su un volume di cui si vede il dorso, e il destro utilizzato per appoggiare il volto; è mostrato in atteggiamento dormiente, ai suoi piedi si scorgono altri volumi, uno di questi è aperto, non reca testi, bensì delle figure dal significato oscuro, forse da intendere quali simboli astrologici. Sopra di lui, nel cielo, si vede un’aquila che tiene stretta ai propri artigli una tartaruga, ed è proprio da qui che si legge tale scena come la morte di Eschilo.  Sulla sinistra, in secondo piano, separato da un pilastro, una tenda aperta perché fermata ai lati lascia intravedere tre personaggi maschili, di età diverse, probabilmente tre astrologi, riuniti attorno ad un tavolo: il più giovane sta scrivendo dei calcoli, e quello in piedi sta misurando una sfera armillare. Sulla destra è raffigurato un cavaliere in groppa ad un bianco destriero che scappa dalla scena, mentre tuttavia volge sguardo e il capo verso l’anziano dormiente.
Il gruppo dei tre uomini sulla sinistra è citazione dalla stampa raffigurante Mercurio della serie dei Sette Pianeti; mentre l’anziano dormiente potrebbe essere ripreso da Agostino Veneziano o da Giulio Campagnola.

[C.G.]

Su gentile concessione del Museo del Louvre di Parigi.