Sinone davanti a Priamo
Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, c. 1487 – Urbino, c. 1542)
SINONE DAVANTI A PRIAMO
1536 ca.
PIASTRA
Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)
Dimensioni: 30,3 x 27,7 cm;
Londra, British Museum
Iscrizioni:
S una striscia marrone alla base, in marrone scuro si legge: “[…]itor Sino da Pastor molti Uie preso. E’l falso alfi co parla […] iganna,”
Note:
La piastra si presenta rotta in cinque pezzi ed è stata oggetto di un intervento conservativo.
Provenienza:
Appartenuto alla collezione Fountaine dal 1835 • donato al Museo da Sir Henry Howorth.
Esposizioni:
Londra 1987, cat. 215; Londra 2007, cat. 51.
Bibliografia:
Catalogo della vendita della collezione Fountaine 1884, lotto n. 367; Wilson 1987; Moore 1988; Lessmann 1990; Lessmann 1990; Wilson 1993; Wilson 1996; Thorntorn e Wilson 2007; Mallet 2007.
Commento dell’opera:
Il soggetto di quest’opera è tratto dall’Iliade di Virgilio, anche se è bene considerare che in quell’epoca era poco conosciuta,dunque questa maiolica è testimonianza dell’estrema raffinatezza intellettuale di Xanto, il quale potrebbe a ragione aver letto una traduzione italiana dell’opera greca. Inoltre è assai interessante in quanto si discosta anche da altre tipologie di piastre decorate dal maestro, come ad esempio il pezzo commentato in Scheda n. 56 a soggetto religioso. Probabilmente questa piastra faceva parte di un ciclo basato sulla caduta della città di Troia, considerate anche le altre ad analogo soggetto conservate a Brunswick e San Pietroburgo.
Anche in questo caso sono state utilizzate le stampe quali fonti iconografiche: Priamo sembra derivare dall’Imperatore seduto di Marcantonio Raimondi da Raffaello (Bartsch 27, p. 119, n. 442); Sinone, che sta inginocchiato davanti a Re Priamo, è desunto dal Sacrificio di Ifigenia di Beatrizet da Michelangelo o da Baccio Bandinelli (Bartsch 29, p. 301, n. 43); infine i pastori sono tratti dal Martirio di San Lorenzo di Marcantonio Raimondi da Baccio Bandinelli (Bartsch 26, p. 135, n. 104) e dalla Quos Ego di Marcantonio Raimondi da Raffaello (Bartsch 27, p.49, n. 352).