La morte di Laocoonte e dei suoi figli
1532
COPPA
Ceramica, maiolica, (cotto porcellanato)
Diametro: 26cm
New York, The Metropolitan Museum of Art
Iscrizioni:
Sul retro in color blu è scritto: “1532 / Da Serpi Laocoonte, e, i figli / uccisi, / Nel II de la Eneida d Vgilio M / fra : xato A / da Rouigo, i / Vrbino”.
Note:
Il piatto si presenta in buone condizioni conservative.
Provenienza:
La coppa apparteneva al Principe Massimo Colonna di Roma • è passata poi a Londra nella collezione di Henry Oppenheimer • successivamente venduta da Christie’s nella sede londinese il 15-17 Luglio 1936, lotto n. 20.
Esposizioni:
Firenze 2012.
Commento dell’opera:
La coppa non riporta alcuno stemma, ma sul retro si ricava la fonte cui Francesco Xanto Avelli ha attinto per l’illustrazione: si tratta dell’Eneide di Virgilio, nel II Libro, ove appunto è raccontata la storia di Laocoonte.
Dopo lo sbarco dei Greci a Troia, quando finsero di rimbarcarsi, lasciando un cavallo di legno sulla riva, i Troiani incaricarono Laocoonte d’offrire un sacrificio a Poseidone chiedendogli di accumulare le tempeste proprio sulla rotta della flotta nemica. Laocoonte, il sacerdote d’Apollo Timbreo a Troia, stando sul punto di immolare a Poseidone un gigantesco toro, due enormi serpenti, Porcete e Caribea, uscirono dal mare e si avvolsero attorno ai suoi figli; Laocoonte si precipitò immediatamente in loro aiuto, ma invano, in quanto tutti e tre morirono soffocati.
Il richiamo ad un’incisione in particolare è davvero forte, e si tratta del Laocoonte di Marco Dente di Ravenna (Bartsch 26, p. 240, n. 243), che raffigura il celebre gruppo scultoreo dei rodiani Polidoro, Agesandro e Atenodoro, conservata in età romana nel palazzo dell’imperatore Tito, rinvenuto nel 1506 nel palazzo di Nerone sul Colle Esquilino nella Roma di papa Giulio II, al secolo Giuliano della Rovere.
Su gentile concessione del Metropolitan Museum of Art di New York.